Si è tenuto nell’auditorium del castello un seminario organizzato dal geometra, perito agrario, Girolamo Raguso, voluto dalle categorie professionali e dagli agricoltori, sul tema “Approccio giuridico, normativo e metodologico per la determinazione del canone enfiteutico e del conseguente prezzo di affrancazione”. Lo scopo del seminario era quello di approfondire i concetti e vedere in che misura va calcolato il diritto del concedente nonchè il diritto dell’enfiteuta.
Ma cosa è l’enfiteusi? E’ un diritto reale ormai quasi completamente in disuso; fu usato soprattutto nell’800 per permettere agli agricoltori di avere pieni poteri sui fondi che coltivavano, con la possibilità per l’enfiteuta di affrancare il fondo divenendone proprietario. Per cercare di bilanciare la posizione dell’enfiteuta e quella del proprietario (spogliato in gran parte dei suoi poteri) si stabilì un periodo minino di durata del diritto (20 anni) e la stessa possibilità di affrancazione era subordinata al trascorrere del ventennio.
Questa situazione è stata, però, in parte modificata dall’articolo 10 legge 18 dicembre 1970, n. 1138, che ha abrogato i primi tre commi dell’articolo 971 che stabilivano, appunto, il periodo minimo di affrancazione in venti anni. Il proprietario può chiedere la devoluzione (cioè la liberazione) del fondo enfiteutico se l’enfiteuta deteriora il fondo o non adempie all’obbligo di migliorarlo o, infine, è in mora nel pagamento di due annualità di canone (art. 972 c.c.). Quando cessa l’enfiteusi deve rimborsare l’enfiteuta dei miglioramenti e delle addizioni effettuate (art. 975 c.c.). Può chiedere la ricognizione del proprio diritto un anno prima del compimento del ventennio a chi si trova nel possesso del fondo. La ricognizione è un atto di accertamento del diritto delle parti (art. 969 c.c.). Si estingue decorso del termine eventualmente stabilito, per prescrizione ventennale, per affrancazione, per devoluzione e per perimento totale del fondo (art. 963 c.c.). Il concedente deve subire l’affrancazione del fondo.
Ha relazionato il seminario, il prof. Angelo G. Mutinati, presidente del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Dottori agronomi e Forestali di Brindisi. Sono intervenuti il dott. Francesco Maria Giliberti, Magistrato della Sezione Civile presso il Tribunale di Brindisi, il dott. Antonio Ivan Natali, Magistrato della Sezione Civile presso il Tribunale di Brindisi, l’avv. Carlo Verusio, avvocato Cassazionista del Foro di Brindisi i parlamentari on. Nicola Ciracì e on. Toni Matarrelli. Ha moderato l’incontro il geom. e p. a. Girolamo Raguso.
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