Il Dirigente scolastico della scuola media Materdona-Moro dott.ssa Mina Fabrizio, prima di trasferirsi al Tecnico industriale Giorgi di Brindisi, è chiamata a risolvere la questione “settimana corta” per l’anno scolastico 2019-2020. Poi, il 1 settembre, prenderà armi e bagagli e, molto probabilmente, “fuggirà” presso la sua nuova sede di lavoro. Nel frattempo, però, non avrà molto tempo per dipanare la matassa. Solo sette giorni. Come le è stato intimato dall’avv. Andrea Sticchi Damiani al quale si sono rivolti circa una ventina di genitori. L’avv. Sticchi Damiani ha chiesto di ripristinare la delibera votata in Consiglio d’Istituto nel dicembre 2018 dove veniva stabilito che “Il tempo scuola sarà distribuito su numero cinque giorni settimanali, dal lunedì al venerdì”: come dire la cosiddetta “settimana corta”. E le hanno dato un tempo di risposta perentorio.
Il legale rappresentante dei genitori parla di legalità amministrativa violata. “Diversamente sia la preside che il presidente del Consiglio d’Istituto dovranno risarcire i danni subiti dai genitori che hanno iscritto i loro figli presso la scuola Materdona-Moro”.
Una scelta irreversibile dei genitori alla quale non è più possibile rimediare “in quanto, successivamente al 31 gennaio 2019, era già scaduto il termine di presentazione delle domande d’iscrizione; i genitori avevano già compiuto la loro scelta e non potevano più fare scelte diverse”.
Per l’avv. Sticchi Damiani è illegale la decisione di cambiare il deliberato del dicembre 2018. E aggiunge che la modifica fatta al verbale del Consiglio d’Istituto del dicembre 2918 è comunicata nell’incontro del gennaio 2019 è illegittima.
In assenza di una risposta, il Dirigente ed il Presidente del Consiglio d’Istituto, rischiamo di esporsi alle conseguenze delle azioni giudiziarie intraprese dai genitori che chiedono il ripristino della legalità amministrativa violata. Non solo. Chiederanno un risarcimento dei danni. “Abbiamo iscritto i nostri figli a Materdona-Moro sulla sorta di un’attività didattica strutturata su cinque giorni settimanali” dicono. E chiederanno di essere risarciti dell’“ingiusto danno”.
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