E così mentre il sindaco Franco Scoditti si trovava ancora ad Empoli per partecipare all’incontro promosso da “Avviso Pubblico”, invitato dall’assessore Filippo Torrigiani ultimamente a Mesagne per onorare Melissa Bassi, e per discutere dell’impegno politico e legislativo per potenziare l’antimafia, migliorare il codice antimafia e la gestione de beni confiscati, a Mesagne la criminalità organizzata continua a sparare e, di fatto, tiene con il fiato sospeso l’intera opinione pubblica.
La notte scorsa i soliti ignoti hanno preso di mira il negozio di prodotti caseari della nota azienda agricola “Pezza Viva” di Torre Santa Susanna che a Mesagne ha il punto vendita via Gualtiero d’Ocra al civico 53, alle spalle del Municipio, distante dal Comando della Polizia comunale appena un centinaio di metri.
La scoperta è stata fatta ieri mattina quando alle ore 7.15 le due collaboratrici Maria Carmela Siliberti e Katia Epifani sono arrivate per alzare le serrande ed iniziare la giornata lavorativa. Mentre stavano per alzare la serranda a reti dell’esposizione posta al centro dei due ingressi del negozio, si sono accorte che sulla vetrata centrale antisfondamento del negozio c’era un grosso foro d’arma da fuoco. Immediatamente hanno avvertito il titolare Cosimo Greco, 45 anni, di Torre Santa Susanna ed hanno telefonato al 112 per dare l’allarme. Sul posto sono state inviate due pattuglie degli agenti del locale commissariato e dei carabinieri e, subito dopo, il personale della scientifica per i rilievi del caso. Gli esperti hanno confermato che a sparare molto probabilmente è stato un fucile da caccia caricato a pallini e posizionato a non più di due metri dalla vetrata. Gli investigatori stanno valutando il calibro dell’arma che potrebbe essere un 12 o un 16 millimetri. Inoltre ritengono sia molto importante valutare l’ora esatta in cui è stato compiuto l’attentato. Martedì sera in città si festeggiava Sant’Antonio da Padova e nel quartiere, distante dal luogo dell’attentato solo qualche centinaio di metri, c’erano luminarie, bancarelle ed un continuo via vai di gente. Appare difficile che gli attentatori possano aver rischiato di entrare in azione nell’ora di maggior passaggio di persone considerato anche che alle 21.30, ora in cui sono stati sparati i fuochi pirotecnici, era ancora aperto un bar molto frequentato situato proprio di fronte alla rivendita. Gli investigatori stanno valutando se lo sparo contro la vetrata sia stato effettuato nel momento in cui venivano sparati i fuochi pirotecnici. Un dato tuttavia è certo: nessuno dei residenti in via Gualtiero d’Ocra ha udito esplosioni e nessuno ha dato l’allarme. Oppure – e dispiace solo pensarlo – nessuno ha sentito il dovere civico di dare l’allarme ed avvertire le Forze dell’Ordine.
L’azienda lattiero casearia “Pezza Viva” è abbastanza nota nell’intera provincia dove ha diversi punti vendita. Uno dei titolari dell’azienda, Cosimo Greco, interrogato dagli agenti del vice questore Sabrina Manzone, ha dichiarato di non sapersi spiegare le ragioni del gesto considerato che non ha mai ricevuto minacce o richieste estorsive. Dichiarazioni che, come spesso accade in casi simili, bisogna valutare sino a fondo considerato che gli inquirenti sin dal primo momento hanno espresso dubbi e ritengono che possa trattarsi di uno dei numerosi episodi di cronaca legati al racket. In passato lo stesso punto vendita era stata preso di mira dalla criminalità ma, evidentemente, il titolare non aveva accettato di sottostare.
Per il sindaco Franco Scoditti, sentito telefonicamente sull’episodio che arriva dopo l’incendio del grano della legalità, ha dichiarato che “il tasso di illegalità incide negativamente sulle prospettive di crescita e di sviluppo della città”. Poi, rifacendosi all’incendio del grano bruciato in contrada Canali, ha aggiunto che “anche il valore economico dei beni confiscati alle mafie non può e non deve prendere il sopravvento rispetto all’opportunità concreta che questi rappresentano, per costruire economia nel rispetto della legalità, possibilità di crescita e di lavoro e un’occasione per migliorare la presenza di servizi e il tessuto sociale, soprattutto in un contesto difficile come Mesagne”.