U n silenzio di morte. Sono appena le 15.00 quando cerchiamo con largo anticipo di portarci nel centro storico dove, nella Chiesa Matrice, tra un’ora e mezza avrà inizio l’omelia per Melissa che sarà celebrata l’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, mons. Rocco Talucci, assieme a tutto il clero della diocesi. Piazza Porta Grande è già off limits. A piedi attraversiamo quella villa comunale dove Melissa amava incontrarsi con le sue coetanee e, da poco più di un mese, con Mario, il suo primo fidanzatino. Tra i viali sentiamo un inusuale clima di pace, di tranquillità. Su una panchina due ragazzi probabilmente di un Paese dell’Est, di quelli che solitamente troviamo agli angoli delle strade o dinanzi ai supermercati, dormono. Forse non sanno cosa è successo in questa loro città d’adozione. Oggi a Mesagne tutto era diverso dal solito. Una città ferma, attonita, con i commercianti che hanno rispettato compatti il lutto cittadino. Anche alla zona industriale nel pomeriggio le aziende hanno chiuso i battenti. Un lutto forte, sentito dentro. In villa comunale, più in là una coppietta, avranno entrambi 16 anni come li aveva Melissa, si baciano. Ungruppetto di ragazzini si rincorrono, gridano e squarciano il cupo silenzio. Per fortuna, la vita continua.
In via Granafei, la strada del passeggio, operatori delle tante televisioni arrivate in città filmano tutto, cercano di scoprire gli angoli più segreti e nascosti di questa città balzata, purtroppo, agli onori della cronaca nazionale. Dalle strade attigue a via Marconi, già da qualche ora presidiata dalle Forze dell’Ordine perché il servizio d’ordine ha predisposto l’arrivo delle autorità dall’uscita Mesagne Ovest, sbucano fiumi di persone che a piede, passando da piazza Porta Grande, cercheranno di entrare nel centro storico stracolmo di persone sin dall’arrivo della bianca bara di Melissa giunta da Brindisi poco dopo le ore 14.00.
La città attende con il fiato sospeso il momento in cui darà l’ultimo saluto a Melissa. In piazza IV Novembre, l’antico sedile su cui si affaccia la Chiesa Madre, non c’è posto. In Chiesa chi ha voluto guadagnarsi un posticino ha dovuto saltare il pranzo. Sono le 15.30 e cominciano ad arrivare le autorità. Tra i primi il presidente Vendola che seguirà l’omelia al fianco del presidente Monti e di Gianfranco Fini. Di fronte, al primo banco, papà Massimo che è rimasto lì impietrito da quando è arrivata la sua Melissa. Al suo fianco il presidente del consiglio comunale, Fernando Orsini che in questi tragici giorni non lo ha mai lasciato per un solo istante. Massimo ha voluto portare con sé la foto della sua sposa, di mamma Rita rimasta in ospedale. Arrivano tutti. La Puglia, l’Italia è qui a Mesagne. Riconosciamo i sindaci del comuni vicini, il sindaco di Lecce Perrone assieme al presidente Gabellone, i rettori dell’università di Bari e Lecce, le massime autorità militari di tutte le Forze Armate, assessori regionali, Massimo D’Alema che si è fermato a parlare con Massimo Bassi, parlamentari, il capogruppo Pdl Rocco Palese, il presidente del consiglio regionale Introna. Arriva il sindaco di Brindisi Mimmo Consales ed il presidente della Provincia Massimo Ferraresee poco prima dell’inizio della cerimonia funebre, arrivano ministri ed il presidente Monti accompagnato dal sindaco Scoditti.
{gallery}funerali{/gallery}
Alla nostre spalle il preside Angelo Rampino, le insegnanti ed i compagni di scuola di Melissa. Arriva la lampada della pace inviata dagli studenti di Assisi ai loro coetanei del professionale Morvillo.
Fuori in piazza Sedile e piazza Porta Grande, la gente, la città, le tantissimi persone provenienti da tutta la Regione che non sono volute mancare per dare l’ultimo saluto a Melissa e che seguono in religioso silenzio e grande partecipazione la cerimonia funebre su due maxi schermi. Fuori vicino al sagrato piangono gli amici più cari di Melissa: per lei hanno preparato una coreografia di palloncini bianchi. Una compagna di classe si fa coraggio e prima che Melissa parta per l’ultimo viaggio si avvicina al microfono. “In questi giorni abbiamo sentito parlare le istituzioni, i telegiornali, i programmi televisivi, le radio, i giornali ma non abbiamo ancora parlato noi, i tuoi amici più cari, le persone con cui hai passato momenti meravigliosi. Ci hanno portato via la nostra Melissa, ci hanno privati del tuo meraviglioso sorriso, della tua infinita gioia, della tua immensa voglia di vivere. Noi ti conosciamo bene. Siamo convinti che non ci hai lasciati. Vivi e vivrai nei nostri cuori. Anche ora sei qui e ci abbracci uno ad uno, ci sorridi e ci incoraggi ad andare avanti. E noi saremo sempre con te, resteremo sempre insieme, uniti come questa comunità oggi. Non smettere mai, nemmeno da lassù, di ridere pensando alle stupende giornate passate insieme e alle piccole cose che ora sentiamo grandi. Melissa la tua scomparsa è stata un grande dolore, ma sarai sempre parte di noi. Ciao Melissa. I tuoi amici più cari”.
Alle ore 18.00 la bara di Melissa esce tra due ali di folla in lacrime che applaude. Il presidente Monti, accompagnato dal sindaco Scoditti, lascia la Chiesa Madre assieme al presidente Fini. Mentre il premier scende gli scalini del sagrato per passare dalla sede di Libera, qualcuno gli sussurra: “Presidente maggiore equità”. Si ferma e con lo sguardo accetta il richiamo.