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umini, fiori, manifesti, striscioni: il rituale funebre è appena terminato. Il carro funebre si è portato via con sé Melissa che riposerà in una tomba comunale messa a disposizione dall’Amministrazione comunale. Con Melissa vanno via telecamere e riflettori che hanno invaso la città sin da domenica sera. Sono le ore 18.30 di una giornata primaverile che stride maledettamente con il freddo e l’inverno che c’è nel cuore di tutti, con l’animo di una città martoriata, simile all’asfalto bruciato dal boato assassino.
Ieri è stata una giornata che ha segnato indelebilmente la coscienza di questa città. Chi la potrà mai risarcire? Chi potrà mai restituire a mamma Rita e papà Massimo il sorriso di Melissa? Chi potrà mai risarcire lo sguardo offeso delle sette ragazze rimaste coinvolte nel vile attentato e che si danno coraggio nel letto di un ospedale?
“Ho la speranza che le tante dichiarazioni pubbliche rilasciate con tanto vigore in questi giorni siano solo l’inizio di una ripresa di attenzione sulla vita di una città e di un popolo”.
L’arciprete mons. Angelo Argentiero invoca una preghiera: “Che Melissa non sia morta invano. Non si può commisurare la vita di una persona, anche se oggi la vita è diventata per tanti aspetti banale. Ci auguriamo che questa morte possa mettere dentro a tutti noi il desiderio di riprendere a guardare con maggiore attenzione ai problemi della nostra società. Dio voglia che il sacrificio di Melissa sia lievito per il futuro e per il vivere di questo popolo mesagnese”.
Il Paese intero, il mondo, ha puntato l’orecchio su Mesagne che, sotto certi aspetti, è stata ancora una volta mortificata e vista con una luce che non è la sua. Spiega don Angelo: “Si è detto e scritto di tutto e di più senza conoscere la storia ed il cuore di questa città. I mesagnesi si sono fatti sentire da tutto il mondo, anche dal Canada. Sono giunti tanti messaggi da gente che non è mesagnese ma che idealmente si è voluta stringere attorno a noi. Domenica sera tutta la città ha voluto partecipare alla veglia di preghiera per Melissa e le altre ragazze che sono ricoverate in ospedale. Tanti, tantissimi giovani”.
La città da anni non si ritrovava così unita. Come si potrà conservare questo valore. “La Chiesa riuscirà a conservare più facilmente questo valore se riusciremo a ritrovare un nuovo senso della vita. La Chiesa annuncia continuamente la verità; quanto si sta dicendo da più parti in questi giorni, la Chiesa lo sta ripetendo da molti anni. E’ la prima volta che lo sento dire da un Sindaco, da un Presidente della Provincia, da un Presidente della Regione. Speriamo che non siano parole di circostanza”.
Come valuti la presenza massiccia dei giovani. “I giovani si vogliono bene. Intanto c’è tra loro una rete di comunicazione perché quando c’è un giovane che muore in una circostanza così crudele all’inizio di una giornata, di una vita, dinanzi ad una scuola, i giovani riescono a capire che bisogna stare uniti, che bisogna andare tutti in una direzione, che c’è bisogno di solidarietà, di volersi bene. I giovani in questi giorni hanno lanciato un grande messaggio al mondo degli adulti, alle Istituzioni, alla società. Speriamo che lo sappiano cogliere”.
“Ma – conclude – vorremmo che i giovani sapessero ascoltare meglio la voce del Vangelo perché nelle scuole si imparano tante cose e tra queste anche ad allontanarsi dalla Chiesa”.