Sul dramma dei tanti mesagnesi che, in cerca di fortuna, continuano a giocare alle slot machine e a comprare Gratta e Vinci, é intervenuto sui social don Pietro De Punzio, (nella foto) parroco del Santuario Mater Domini, molto conosciuto ed apprezzato e stimato non solo dai suoi parrocchiani da da tutta Mesagne. Una nota che condividiamo pienamente e che facciamo nostra pubblicandola.
Per molti imprenditori le slot machine sono un business da migliaia di euro, e poco importa se la schiavitù del gioco d’azzardo, legale, porta alla disperazione intere famiglie. È impressionante la deriva morale sociale ed economica che sta segnando la vita di alcuni nostri concittadini. Gente che perde denaro e continuando a giocare “legalmente”, conservando la speranza di recuperarlo. E intanto c’è la perdita del lavoro, la rottura di relazioni personali, problemi legali. E quando subentra la disperazione per il denaro perso, quando non si ha più nulla né nessuno, si ricorrere all’alcool, alla droga e, nel peggiore dei casi, al suicidio. Occorrono interventi socio-assistenziali che consentano al giocatore non solo di affrontare con maggiori garanzie le sue problematiche, ma anche di riorganizzare il proprio tessuto sociale e familiare, laddove questo si è usurato lasciando, nella maggior parte dei casi, ferite terribilmente gravi.
E, comunque, cosa direbbe l’imprenditore di Francavilla Fontana Domenico Distante, presidente nazionale del SAPAR (Associazione Nazionale Gestori Gioco di Stato) a quei cittadini che bussano al Centro di Ascolto della “Casa di Zaccheo” per chiedere aiuto e sostegno psicologico per venir fuori dal vizio del “gioco legale”?
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