I buoni propositi sono tanti. La realtà, poi, è diversa: quella di sempre. Nei giorni scorsi il Direttore generale dell’Asl Brindisi è stato a Mesagne con i suoi più stretti collaboratori per annunciare che presto arriverà una pioggia di milioni per potenziare il Pta. Si è parlato addirittura di 13 milioni di euro. Poi, nella quotidianità, accade che l’anziano ciclista ieri investito accidentalmente da un’auto sia costretto a restare parcheggiato per 12 ore nell’angusta saletta del Pronto Soccorso di Brindisi. “Aveva forte mal di testa, dolori agli arti superiori e inferiori, all’orecchio, aveva conati di vomito, ma nessuno. Mi dicevano che non c’erano posti liberi. Solo dopo le mie rimostranze, purtroppo forse anche esagerate, si è liberato un posto nel reparto Otorinolaringoiatra. Mi dispiace per il povero medico contro cui ho inveito ma, poveretto, da solo, doveva affrontare almeno 50 persone. Questa non è sanità”, ha detto il figlio dell’anziano che, per fortuna, non ha riportato danni importanti.
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Questi sono i risultati dell’aziendalizzazione della sanità, voluta a partire dalla lontana stagione dei governi di centro sinistra ’96-’01: in sostanza, si guarda innanzitutto all’efficienza, quasi come la salute delle persone fosse un fattore da valutare in base ad un calcolo algebrico. Se non v’è indebitamento la sfida è vinta. Questo recita il credo liberista, applicato tristemente anche nei paesi che una volta si facevano vanto del proprio sistema welfaristico. L’efficacia rimane confinata al mondo delle idee.