(di Cosimo Greco) Caro direttore, ho cercato di seguire attentamente le vicende relative alle elezioni amministrative della nostra città. Al mio commento iniziale sui cinque candidati datato 11/05/2019. Vorrei far seguire alcune considerazioni finali, considerazioni indotte sia dall’esito del primo turno che dalle opinioni scritte e verbali apparse sul web. Vorrei infine raccontare con quali epiteti sono stato bersagliato a causa della mia disamina dell candidato/ballottante Matarrelli.
I risultati del voto espresso dai mesagnesi mi inducono a qualificare il voto europeo come “voto libero” e il voto amministrativo come “voto vincolato”: abbiamo già visto come enormemente diversi siano stati i risultati. Ammetto che “voto libero” e “voto vincolato” siano definizioni arbitrarie e forzate, ma le utilizzo solo per obbligarmi a una sintesi. Voto europeo “libero” perché dettato dai propri princìpi, dall’orientamento politico verso gli schieramenti, dal proprio modo di intendere l’Europa, dalla notevole e salvifica distanza tra elettore e candidati o tra elettore e liste. Voto amministrativo “vincolato” perché in gran parte influenzato dai bisogni materiali degli elettori, dalle amicizie, dalle promesse ricevute, dai vincoli parentali, dalle blandizie … ma soprattutto dai bisogni materiali.
Ad ogni modo, i risultati li conosciamo tutti, riassumo i principali: 1) notevoli differenze tra voto europeo e voto amministrativo; 2) maggioranza assoluta alle liste Insintonia (il doppio di voti rispetto alle liste Tuttaunaltrastoria); 3) al candidato Matarrelli 665 voti in meno rispetto a quelli delle sue liste, tanto da assestarsi a circa il 47% perdendo così la possibilità di elezione al primo turno; 4) tutti gli altri candidati sindaco hanno ottenuto più voti di quelli ricevuti dalle loro liste; 5) la candidata Saracino va al ballottaggio con circa il 28%, a una distanza di circa diciannove punti dal competitor … enorme; 6) anatra zoppa in caso di vittoria della Saracino al ballottaggio.
I due ballottanti Saracino e Matarrelli hanno svolto la propria campagna elettorale secondo la propria indole e secondo la propria storia politica. La prima come professionista avvocato imprestata alla politica, ma già con qualche esperienza pregressa; il secondo come professionista della politica da sempre immerso nell’attività politica e amministrativa. La prima a tratti ingenua e timida, quantomeno nei confronti dell’avversario e/o del giornalista di turno. Il secondo un politico “scafato”, con buona favella, con buona capacità di apparire, tipica del vecchio politico mestierante (ne parlerò più in là), abile nel costruire anzitempo e gestire la sua propria “gioiosa macchina da guerra”. Per convincersi di queste caratteristiche basta rivedersi la registrazione di “Un caffè con”
La Saracino più che altro sulla difensiva, il Matarrelli il vero padrone di casa e imbonitore. Ambiente da imboscata.
Le domande che sorgono in relazione al ballottaggio sono due: a) meglio sindaco Matarrelli con la sua solida maggioranza o meglio sindaca Saracino con l’anatra zoppa? b) meglio un sindaco che da sempre si vive di sola politica o meglio una professionista stimata che ha comunque esperienza politica e amministrativa? Prima che l’eventuale lettore si dia una risposta dico la mia: anatra zoppa o solida maggioranza vanno altrettanto bene se sindaco e consiglieri tengono alla Città; politico professionista o professionista imprestato alla politica vanno altrettanto bene, a patto che siano persone oneste (politicamente) e dedite al Bene Comune, disinteressate. Mi spingo oltre e mi sbilancio sui due ballottanti: non riesco proprio a vedere una Saracino che governa affetta da zoppìa dell’anatra, non sarebbe da Matarrelli permetterglielo (se non l’ha permesso a Pompeo Molfetta …); ma non vorrei nemmeno vedere un sindaco professionista della politica che millanta capacità, conoscenze e contatti “utili” per la Città. Naturalmente devo spiegare meglio, ma prima una premessa per fatto personale.
In seguito ai miei commenti sul candidato sindaco Matarrelli sono stato accusato di “mistificazione della realtà”, di “screditamento ad personam”, di “furia settaria”, di non essere tornato “di tanto in tanto a Mesagne”, di “polemiche pretestuose”, di “disquisire su pettegolezzi”, di essere “amico” e “sodale” di persone che in realtà non mi sono né amiche né sodali, di essere una “Perpetua 2.0”, di essere un “buontempone stupidino” (copyright Matarrelli). Ma tutto è finito qui: nessuno è stato capace di entrare nel merito di ciò che ho riportato sul candidato, nessuno ha contrapposto fatti documentali, nessuno è stato capace di smentire dati e fatti che ho elencato. Solo commenti sbracati e livorosi.
Non è il caso di ripetere in questa sede ciò che si può rileggere al link sopra riportato, ma qualche ulteriore considerazione la voglio proporre, sia per chiarire meglio il mio pensiero (caso mai importasse) che per difendermi dagli improperi che mi sono stati rivolti (anche se qualche amico mi ha consigliato di lasciar perdere “ché tanto non ne vale la pena”).
Traggo spunto dall’endorsement di Gino Vizzino pubblicato su facebook dove usa, tra gli altri attributi, “capace” e “determinato” con riferimento al Matarrelli. Capace perché? Cosa ha prodotto per Mesagne sedendo sulle poltrone del Comune, della Provincia, della Regione e della Camera? Vogliamo per esempio parlare di ospedale di Mesagne? Quale “capacità” ha messo in atto per l’ospedale? Insomma, cosa ha fatto per Mesagne fino ad ora? Sostanziosi fondi regionali o europei? Soluzione dell’annosa questione ARNEO? Gino Vizzino fa torto alla sua intelligenza e alla sua storia personale facendo finta di credere alla “capacità” del suo candidato, ma capisco che lo debba comunque appoggiare. A me sembra che il Matarrelli abbia la capacità di sgomitare, “determinato” nel tenersi a galla, questo sì, ma forse è proprio questo sgomitare che lo ha dannato: espulso da SEL, non accettato dal PD nonostante il voto sull’Italicum (onorato solo dell’amicizia del governatore Emiliano), entrato in LeU ma subito rifiutato dal medesimo movimento e non più candidato alla Camera. Ecco allora la corsa alla poltrona di sindaco, con una coalizione già definita “accozzaglia”. Tra l’altro Mesagne avrebbe per la prima volta un sindaco politico di professione (se si esclude, forse, l’immediato dopoguerra).
Altra capacità? Quella del chiagni e fotti: fa la vittima, si lamenta delle offese ricevute, pretende delle scuse … perché lui non ha mai profferito parole d’offesa verso alcuno. È una vecchia tattica da politico consumato: far parlare gli altri e agli altri demandare il compito di attaccare offendendo, tanto poi “non posso mica controllare tutti i miei” o “prendo assolutamente le distanze” da ciò che altri hanno detto.
A proposito di professione, smentendo il “buontempone stupidino” (non è un’offesa, per carità) Matarrelli ha dichiarato che una professione ce l’ha e che viene pagato da una società di livello nazionale: ma non ha spiegato per quale attività venga pagato e da chi. È lecito saperlo? Domanda conseguente: se tale società dovesse avere interessi anche a Mesagne e se la medesima società dovesse rivolgersi al Comune con richieste inerenti la propria attività, non saremmo in una situazione di conflitto di interessi del sindaco?
Un’altra domanda viene spontanea a proposito della futura attività politica: Matarrelli si candiderà alle prossime elezioni regionali? Lascerà per questo la poltrona di sindaco? Domande scomode? Forse, ma qualcuno deve pur farle, visto che i vari intervistatori giornalisti di domande scomode non ne hanno fatte – mi sembra, ma forse mi sbaglio.
Buon voto a tutti e, comunque vada, speriamo che vada bene per il futuro di Mesagne!
(di Dario Mitrugno) Ho letto con interesse il nuovo scritto del prof. Greco che reputo degno di una qualche considerazione che qui riporto e che Le invio. Tempestività: “la caratteristica di quanto viene fatto con prontezza e al momento opportuno, riconducibile quindi anche al concetto di utilità.”
Quella sopra è la più classica delle definizioni di tempestività. La tempestività è qualcosa che ci “avvolge” in ogni momento della nostra vita quotidiana. Ma cerchiamo di capire con qualche esempio quanto è importante essere tempestivi e quali sono le conseguenze fra l’esserlo e il non esserlo tempestivi.
Ad esempio, deve essere tempestiva un’azione medica affinché questa sia utile. Adesso non voglio andare ad impantanarmi in un terreno (la medicina) non mio. Ma anche in un campo come quello dei Lavori Pubblici (che sicuramente conosco meglio della medicina) la tempestività gioca un ruolo molto importante. Si possono fare mille esempi ma credo che quello delle “riserve” nella gestione dei contratti di lavori pubblici sia l’esempio che possa portare agli occhi di tutti l’importanza della “tempestività” (Nota: nei lavori pubblici le riserve sono reclami di maggiori oneri/costi o maggiori tempi che un Appaltatore è legittimato a fare qualora durante i lavori dovrebbero presentarsi eventi o altro che pregiudichi l’Appaltatore stesso). Tutte le norme sui lavori pubblici che si sono succedute, così come l’attuale normativa vigente, evidenziano come “il requisito fondamentale per considerare le riserve ammissibili (cioè essere riconosciute e quindi l’Appaltatore ricevere il ristoro di quanto richiesto) è che esse siano tempestive, a pena di decadenza, sul primo atto dell’appalto idoneo a riceverle, successivo all’insorgenza o alla cessazione del fatto che ha determinato il pregiudizio dell’Appaltatore.”
Quindi affinché’ qualcosa sia ancora utile farla, questa deve essere tempestiva ovvero deve essere espletata in tempi tali per cui possa ancora essere utile farla.
Ritornando allo scritto del prof. Greco, egli cerca di andare a commentare il voto alle europee e il voto “locale” a Mesagne a più di 10 giorni da quando le consultazioni (europee e voto locale) si sono avute. Un’analisi intempestiva, anche perché (sia sui risultati dell’uno e dell’altro) tutti abbiamo detto qualcosa fin dalle prime ore successive alle consultazioni stesse. Quindi, un commento non tempestivo che (per quanto sopra) potrebbe non avere nessuna utilità.
Questa, potrebbe essere una chiave di lettura. Secondo me non è quella corretta e questo per una serie di motivi. Il prof. Greco, secondo me, è stato un fine e preparato accademico e, come tale, una persona molto attenta e intelligente che non lascia nulla al caso. È una mia opinione ma non può essere diversamente: una persona che ha avuto una carriera accademica come la sua non può far qualcosa di non utile a qualcuno.
Altro indizio che mi lascia pensare che quel suo scritto abbia una certa utilità è legato al fatto che ha aspettato fino a meno di due giorni dal silenzio elettorale. Credo che ciò sia stato fatto volutamente anche a rischio di far apparire il suo intervento come non tempestivo e, quindi, non utile.
E allora, quale è o quale potrebbe essere l’utilità di quanto elaborato dal prof. Greco? La risposta, a parer mio, è molto semplice: basta leggere con un minimo di attenzione (nemmeno tanta) il testo.
La “minor parte del testo” è diretta a disquisire su quello che invece (almeno per quello che era il titolo del suo intervento) doveva essere il cuore del testo stesso: ossia commentare in maniera strutturata e “scientifica” (non dovrebbe per lui essere difficile essendo stato un docente di ingegneria) i risultati elettorali di quelli che erano i cinque candidati sindaco e leggerli in chiave di ballottaggio su quello che potrebbe essere il destino dei due ballottanti.
Invece no, molto velocemente ci ricorda le varie percentuali (cose da vari giorni già scritte e riscritte da testate giornalistiche locali e da tutti noi cittadini – ecco la non tempestività) senza aggiungere nulla di nuovo o in più a quanto già da diversi giorni è stato detto e scritto (ecco la non utilità apparente).
La restante (maggiore) parte del suo testo è dedicata, come ha sempre fatto in passato, al candidato Sindaco Toni Matarrelli. In che modo? Ponendo al lettore una serie di domande e quesiti che a meno di due giorni dal silenzio elettorale potrebbero avere l’effetto di intaccare l’ottimo cammino elettorale fin qui fatto insieme alla sua coalizione.
Ecco, forse, questa potrebbe essere la vera utilità del testo. Dico forse e uso potrebbe perché, come tutti i comuni mortali (cosa che per quello che scrive e come scrive il Greco a lui non appartiene) potrei sbagliarmi e, allora, in tal caso (non me ne voglia il prof. Greco) dovremmo riconoscere l’inutilità dello scritto.
Per chiudere. Con ogni probabilità (e come ha già fatto in passato, riferimento la sua pagina Facebook) il prof. Greco mi apostroferà come “avvocaticchio d’ufficio” o (riferimento ad altri suo scritti) dirà che il mio pensiero non vale nulla perché’ pubblicamente (io) sono vicino alla coalizione Insintonia. È suo diritto dire ciò, per la carità, ma ritengo che sia meglio schierarsi e metterci la faccia che, un po’ in stile carbonaro, far finta di essere neutrale e dare (goffamente) addosso ad una persona.
Ah no, mi sbaglio: il prof. Greco si è schierato ma non (almeno palesemente) a favore di’… bensi’ semplicemente preferito dar contro in maniera non costruttiva…
Torino 06/06/2019 Dario Mitrugno.
Per restare aggiornato seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina facebook, pubblicheremo al più presto tutti gli aggiornamenti in merito. Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/mesagnesera/