La recente vertenza, originata dai dissesti legati alla rete idrica pubblica, che ha interessato una serie di immobili (e dunque di famiglie e operatori commerciali) nel centro storico di Mesagne, induce l’associazione dei tecnici mesagnesi “I Vitruviani” ad una valutazione critica dei fatti sino ad oggi messi in atto dai vari soggetti intervenuti. L’associazione esprime un giudizio fortemente positivo sulla iniziativa posta in essere dalla Amministrazione comunale con la costituzione di un tavolo tecnico avendo chiamato intorno ad esso importanti competenze, ma al contempo intende esprimere preoccupazioni per due aspetti: la presenza a quel tavolo dell’Acquedotto Pugliese non nella veste di responsabile del dissesto ma quale soggetto chiamato a concorre alle decisioni finali; l’assenza a quello stesso tavolo della componente dei tecnici locali.
Si ritiene che il bagaglio di conoscenze, di cui i tecnici locali sono depositari anche in maniera puntuale dell’area interessata, possa essere una risorsa molto utile per gli approfondimenti di qualsiasi natura e potrebbe, quindi, essere utilizzata all’interno del tavolo tecnico. L’assenza della componente dei tecnici locali come quella degli ordini professionali è una grave lacuna di cui si è caratterizzato il processo cognitivo messo in atto dalla Amministrazione locale.
Preoccupa anche la mancata messa in mora, citazione o diffida da parte della Amministrazione nei confronti dell’Acquedotto Pugliese che senza ombra di dubbio, e sino a prova contraria, è il responsabile dei dissesti di via Santacesaria; così come lo è stata per quelli nel 1996 di via degli Azzollino e nel 1987 per via Geofilo. Non può sfuggire a nessuno che i dissesti importanti avvenuti nel centro storico sono stati sempre legati a episodi di rotture della rete idrica. Certamente non può più essere sottaciuto il grave rischio a cui è assoggettato il centro storico di Mesagne proprio a causa della rete idrica vetusta e inadeguata. Occorre chiedere all’Acquedotto Pugliese di disporre una rete stabile di monitoraggio delle condutture che consenta, attraverso la lettura di dati quali variazione significative delle portate o delle pressioni per tronchi, di mettere in atto misure di prevenzione. Misure che dovranno rimanere attive sino a che non si procede all’ammodernamento totale della rete idrica. Bisogna, insomma, senza più indugiare agire nei confronti di chi più volte ha generato danni e sempre si è schierato dietro le burocrazie giudiziaria prima di risarcire i singoli coinvolti costretti ad anni di attesa prima di vedersi riconosciuto quanto dovuto. Sarebbe poi opportuno che l’Amministrazione rendesse disponibile sul sito tutti gli atti, i verbali dei vari enti, la documentazione fotografica e video per agevolare le eventuali richieste risarcitorie dei singoli interessati. Suggeriamo, cioè, un percorso di coinvolgimento e una chiara presa di posizione nei confronti dell’Acquedotto Pugliese al sol fine di evitare che il centro storico, e con esso l’intera città di Mesagne, possa tornare indietro di 30 anni.