Due colpi d’arma da fuoco hanno squarciato il silenzio della notte in via Bandello, rione Arco Ferraro, a Mesagne, nelle vicinanze dell’abitazione di Cosimo Giovanni Guarini, soprannominato Maradona, attualmente in carcere con l’accusa di aver partecipato all’uccisione del 62enne mesagnese Giancarlo Salati, alias Menzarecchia”, avvenuta il 17 giugno 2009. In quella operazione denominata Revenge, condotta dal capo della direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, oltre a Cosimo Giovanni Guarini furono arrestati anche Francesco Gravina, detto Gabibbo, e Vito Stano.
Sul posto sono intervenuti sia gli agenti del locale Commissariato di polizia che i carabinieri di stanza a Mesagne. Da una attenta disamina sul posto, non hanno trovato fori prodotti dai colpi o bossoli per cui, secondo le Forze dell’Ordine, potrebbe essere stati due colpi di pistola a salve.
Un episodio inquietante che carabinieri e polizia stanno analizzando per capire chi può aver sparato ed il movente. In quel momento, era passata la mezzanotte da pochi minuti, nell’abitazione casa c’erano la madre, la sorella ed un fratello, oltre ad una nipotina che dormiva.
La sorella Simona testimonia che “era mezzanotte quando abbiamo sentito provenire dal terrazzo dei rumori. Subito ci siamo resi conto che erano dei passi chi qualcuno che si trovava sopra di noi. Abbiamo avuto paura per cui ci siamo immediatamente barricati all’interno di una stanza. Dopo pochi secondi i rumori sono terminati ed ho cercato con molta cautela di spiare fuori al giardino ed ho notato due individui che stavano passando sul terrazzo attiguo”.
A quel punto Simona ha telefonato al 112 che ha inviato una pattuglia sul posto. “Ho sentito parlare fuori alla strada – aggiunge Simona –. In un primo momento ho preferito restarmene rintanata in casa poi ho intravisto attraverso alcune fessure della finestra il lampeggiante, mi sono rincuorata e sono uscita in strada”.
Simona ha raccontato tutto alle Forze dell’Ordine che hanno svegliato un vicino di casa per poter visionare il filmato di un impianto video posizionato all’inizio di via Bandello.
Sull’argomento gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Da voci che circolano nell’ambiente malavitoso mesagnese, il grave episodio intimidatorio potrebbe essere riconducibile ad un presunto pentimento di Cosimo Giovanni Guarini che, dal carcere dove è rinchiuso, avrebbe deciso di collaborare con la giustizia. Un’ipotesi tutta da verificare ma che, se dovesse avere dei riscontri positivi, potrebbe avere una facile lettura nel senso che qualcuno la notte scorsa ha voluto far sapere a Maradona che se dovesse pentirsi e diventare collaboratore di giustizia ci potrebbero essere ritorsioni verso la sua famiglia.