Alessandro De Nitto (nella foto), giovane segretario politico del Partito Democratico, ieri ha incontrato il sindaco Scoditti. Con lui in delegazione c’erano altri due giovani rampanti della segreteria, Silvio Molfetta e Francesco Rogoli.
Appena fuori dalla stanza del sindaco, chiama in redazione per spiegare la posizione ufficiale del partito “perché – dice – non ci siano fraintendimenti e ipotesi strampalate come quelle apparse oggi sulla stampa cartacea ed informatica. Un concetto ha voluto sottolineare come premessa: “tra noi è indispensabile una tregua”, ha detto.
Alessandro De Nitto sente il peso della responsabilità in questo difficile momento del Pd mesagnese. Purtroppo i “santoni” del partito, quelli che tanto per intenderci vantano una lunga esperienza di partito sono fuori sede. Cosimo Faggiano, fuori da Mesagne ma anche dal partito, ha deciso di imitare…Cincinnato. Damiano Franco si trova per impegni istituzionali a Praga. Entrambi sono stati informati che a Mesagne “la casa” brucia, ma preferiscono restare estranei. Faggiano, si sa, la crisi del partito l’aveva anche prevista quando ebbe a dire ad alcuni suoi amici che “la classe dirigente di un partito non si nomina ma si costruisce”.
Alessandro De Nitto con il Sindaco è stato prodigo di proposte. Ma il Sindaco non è rimasto folgorato. “Non disconosco il grave stato di salute del partito – ha detto senza peli sulla lingua -. Quanto è accaduto l’altro ieri sera è davvero deprecabile e mi vergogno di quanto è accaduto. Non possiamo accampare giustificazioni. Ci dobbiamo scusare con la città, con il nostro elettorato, gli iscritti. Però bisogna guardare avanti con maggiore responsabilità. Al Sindaco abbiamo detto che è libero, come lo prevede la legge, di nominare a suo piacimento un nuovo esecutivo attingendo dal mondo culturale. A Mesagne ci sono molte persone di alto profilo morale che possono far bene nei due anni di fine legislatura”.
Dei “saggi” anche a Mesagne?. “Nessuno deve mettere la testa sotto la sabbia e non vedere che dopo tre anni di legislatura si è determinato un netto distacco tra il Comune e la città. La responsabilità è solo nostra. Ora abbiamo bisogno di fare un forte scatto per ridare fiducia al nostro elettorato molto critico con l’esecutivo del sindaco Scoditti. Non è più possibile andare avanti con un governicchio. Mesagne è sofferente e abbiamo l’obbligo di dare alla città un minimo di segnale di cambiamento. Non è possibile far finta di niente”.
Si è parlato di accordi di potere, di poltrone, di cordate. “Niente di più falso. Nel Pd nessuno pensa ai propri destini e non abbiamo posti di potere da salvaguardare. Noi governiamo pensando solo ai bisogni della città che oggi sono davvero enormi. Ma quali posti, quali poltrone: pensi che il Sindaco nominando assessore la consigliere Rosanna Saracino avrebbe liberato per me che sono il primo dei non eletti un posto in consiglio comunale. Una soluzione che sarebbe andata più che bene per me ma non per la città. Io non penso ai miei tornaconti ma sto lavorando per dare a Mesagne una fine legislatura di slancio”.
De Nitto, in seconda analisi, ha proposto anche una seconda soluzione. “Siamo disponibili a valutare di volta in volta ogni singolo deliberato della giunta” che il Sindaco ha valutato come un appoggio…ad orologeria.