Ieri si è consumata una delle pagine di storia più tragiche degli ultimi decenni, a 20 passi dalla scuola. Una scuola dedicata a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone. Le piste che si seguono sono numerose, ma il fatto che in questi giorni la carovana antimafia debba attraversare il nostro territorio non può essere un caso.
L’Italia migliore è nelle scuole, dove si impara ad essere cittadini di domani. C’era un quaderno sul luogo dell’attentato, si leggevano appunti di legalità.
Ma non si può reagire solo quando ci sono delle vittime! Dobbiamo avere il peso della morte di Melissa sulla nostra coscienza.
Da quanto tempo non si vedeva a Mesagne il Presidente della Provincia Ferrarese per esempio, così come il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Ieri in piazza a Brindisi ci sono state alcune contestazioni, il neo-sindaco Consales ha fatto subito tacere chi alzava la voce. La gente è davvero stanca, c’è uno stato d’emergenza sociale che non si può ignorare. E’ facile salire sul palco con la fascia tricolore, parlare alla gente e usare la solita retorica, senza tuttavia fornire una risposta concreta. Mi permetto questa piccola nota polemica, perché sembrava quasi un comizio da campagna elettorale. Così come non si può ascoltare un Vescovo che parla di Melissa senza alcuna umanità e senza rispetto.
In Piazza ieri si sentiva forte la voce di Martina Carpani, dell’UDS. Diceva che le scuole non si devono trasformare in luoghi di terrore, ma in presidi di libertà e che la paura non si può usare come forma di controllo! E oggi le scuole sono aperte, anche se è domenica.
Non c’erano bandiere, nessuno ha pensato di portare la sua, sventolavano solo quelle di Libera. Don Luigi Ciotti questa mattina durante il passaggio della carovana antimafia ha detto ai giovani: “Vi auguro di vivere, non di lasciarvi vivere”.
Non ho letto nessun giornale, ho evitato internet e i social network. Non mi piace scavare nel dolore della gente per fare notizia, e sgomitare per raccontare in esclusiva quello che accade minuto per minuto. Ho acceso la tv per seguire la conferenza stampa del Procuratore Di Napoli, poi ho girato sul primo canale. Al dolore, si aggiunge la rabbia.
Mesagne non è la Sacra Corona Unita. La città è nelle nostre mani!
Noi cittadini, le forze dell’ordine e le istituzioni abbiamo lottato insieme per uscire da anni davvero bui. Io non ho paura quando la sera torno a casa e cammino nel centro storico, campo minato negli anni 90. Noi continuiamo a combattere, perché non abbiamo paura!
I riflettori si spegneranno presto, ma Mesagne continuerà ad essere la Città della Legalità, non dell’indifferenza!
Questa sera, nei prossimi giorni, usciamo dalle nostre case. E’ la nostra presenza che gli fa paura! E’ l’unico modo per onorare Melissa, per stare vicini ai suoi genitori!
E continuo a sperare per Veronica, alle ore d’angoscia che vivono i suoi parenti, alla paura delle altre ragazze ferite.
No. Non è un film. E’ tutto vero, anche se non ha davvero alcun senso.