Lo aveva detto due anni fa e le ultime notizie che arrivano da Bari, assessorato alla Sanità, sembra che gli diano ragione. Il consigliere regionale Toni Matarrelli aveva preso un impegno con il suo territorio: quello che l’ospedale S. Camillo de Lellis non sarebbe stato chiuso. Infatti resteranno aperti i reparti di Medicina, con 16 posti letto, e il reparto di Lungodegenza, con altri 16 posti letto. A questi si aggiungeranno 12 posti letto, per 24 ore al giorno per l’hospice, e altri 8 posti letto per l’ospedale di Comunità. Anche questi per 24 ore. Inoltre vi saranno i Day Service di Oculistica, Ortopedia e Chirurgia. Altra novità è rappresentata da 40 posto letto messi a disposizione per la gestione “dell’articolo 26” cioè quei pazienti che devono sottoporsi alla riabilitazione pneumo-cardiologica.
Nello specifico sono 20 posti in residenza per 24 ore al giorno e 20 posti per la semiresidenza. Inoltre resteranno inalterate le prestazioni ambulatoriali per questa specifica riabilitazione così come non sono toccati gli ambulatori esistenti.
“Nel nostro territorio il mio impegno è stato teso a valorizzare gli standard di economia già raggiunti dall’amministrazione sanitaria in linea con la pianificazione adottata”, ha spiegato il consigliere Matarrelli.
L’impegno preso era che pur con le riduzioni dei posti letto provocate dall’attuazione del Piano di Rientro non sarebbe stato snaturato il livello dei servizi sanitari offerti.
In particolare il rappresentante su Brindisi e provincia del Sel si è preoccupato di segnalare ai redattori del Piano ed ai competenti uffici regionali gli elevati standard raggiunti dalla unità operativa di chirurgia all’interno dell’ospedale di Mesagne.
“Un risultato ottenuto senza nessuno spirito campanilistico ma solo grazie all’obiettivo riscontro degli elevatissimi livelli di rendimento e di gradimento del servizio di chirurgia dell’ospedale di Mesagne”, aggiunge Toni Matarrelli oggi estremamente soddisfatto del risultato ottenuto.
“Ero consapevole – continua – che la partita più importante si sarebbe giocata quando avremmo definito le linee programmatiche della politica sanitaria regionale che avrebbero dovuto tenere conto della ristrettezza di risorse; ma ero altrettanto convinto che se questa fase fosse stata concordata per tempo, si poteva affrontata nel migliore dei modi, così come è stato”.
L’ospedale di Mesagne non chiuderà
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