“Il consenso per accrescere il potere personale è uno strumento degenerato e io sono al di fuori di questi meccanismi”. Così Pompeo Molfetta ha spiegato i retroscena delle dimissioni dei nove Consiglieri comunali, sette dei quali della sua stessa maggioranza, che hanno determinato la fine dell’amministrazione comunale di Mesagne. Nella sua stanza al primo piano di Palazzo dei Celestini, Molfetta ha fatto risalire al marzo dello scorso anno, in coincidenza delle elezioni politiche, le prime fratture con la maggioranza che lo aveva sostenuto, dando il via alla “Santa inquisizione” – così l’ha definita – studiata ad arte per metterlo in difficoltà. Ma senza mai chiamarlo ufficialmente in causa, neanche in Consiglio comunale. In conclusione ha aggiunto che per il futuro non si tirerà indietro ed il suo impegno politico resterà immutato.
Alla conferenza stampa del Sindaco è seguita quella dei consiglieri dimissionari. C’erano tutti: consiglieri, assessori e delegati. Ha parlato Toni Matarrelli che ha motivato le dimissioni della maggioranza quando il Sindaco, tramite il consigliere Lenoci, ha deciso di annullare l’incontro di
maggioranza previsto per lunedì 21 gennaio. “A quel punto abbiamo capito che il Sindaco volesse arrivare sino al 24 febbraio, termine ultimo per far cadere l’Amministrazione e tornare a votare con l’Elezioni Europee del prossimo maggio, addossando a noi il commissariamento del Comune per oltre un anno”. Non solo. Sulla missiva di Lenoci c’era scritto che “…la spinta propulsiva che ha generato questa esperienza amministrativa sembra giunta ormai al termine. È questa una verità apparentemente nascosta ma conosciuta da tutti. L’epilogo sembra essere ormai inevitabile…”. “Un riconoscimento esplicito della fine di questa consigliatura riconosciuta dallo stesso Sindaco”, ha spiegato Matarrelli.
In conclusione? Quel matrimonio fatto nel maggio 2015 non è stato mai consumato. E’ stato solo un matrimonio di interesse (politico): Matarrelli per fare piazza pulita a destra e sinistra (soprattutto), Molfetta per diventare primo cittadino. La verità è che non si sono mai amati. Del resto bastava leggere la storia dei due personaggi in campo per capire che avevano e hanno storie e culture diverse. E ora? In campagna elettorale avremo il “carnefice” Matarrelli e la “vittima” Molfetta. Mala tempora currunt.
AVVISO AI NOSTRI LETTORI Per vedere le due conferenze stampa integrali andare su facebook Mesagnesera.
Nella foto la dott.ssa Erminia Pasqua Cicoria, vice Prefetto di Brindisi, che oggi arriverà a Mesagne come Commissario Prefettizio.
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