Lo scorso anno la Regione Puglia approvò la cosiddetta legge «sulla valutazione del danno sanitario», la quale introduceva un elemento di civiltà fino a quel momento inedito e cioè quello del monitoraggio sanitario delle industrie pesanti. Per rispettare il dettato della legge, infatti, quelle aziende sono obbligate a verificare costantemente la relazione tra inquinamento industriale e patologie, e costrette a riqualificare gli apparati produttivi attraverso le più moderne, efficienti ed innovative tecnologie ambientali.
E’ evidente come tale norma costituisca un salto di qualità nella tutela del diritto alla salute di ciascun cittadino, adeguandone le condizioni alle esigenze originariamente prefigurate dalla Carta Costituzionale. Non è un caso poi se la valutazione del danno sanitario sia stata incorporata nelle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’Ilva. Accade tuttavia che le imprese – anche la stessa ILVA, soprattutto quelle di maggiore entità, e spesso supportate dai propri organismi di rappresentanza, soprattutto Confindustria – ne rigettino la normativa, provando ora ad impugnarla attraverso ricorsi alla giustizia amministrativa, ora a condizionarne i percorsi parlamentari praticando una insidiosa attività di pressione.
La strada da individuare e percorrere è invece radicalmente opposta a quella intravista nelle ultime settimane: vanno anzitutto infatti respinti tanto i tentativi di lobbying, quanto quelli di smorzare gli effetti positivi di quella legge, privandola del potente impatto con cui il legislatore ha inteso affermare (riaffermare?) il primato della salute e quindi della vita su qualsivoglia interesse economico. E’ inaccettabile dover subire il ricatto proposto dall’equazione «o concessione del diritto al lavoro oppure tutela dell’ambiente», poiché ben sappiamo ormai come occupazione e salute non siano (e non debbano essere) in alternativa contrapposizione: lo comprendano anche, una volta per tutte, i settori produttivi del Paese.
E’ proprio sulla scorta di queste considerazioni, quindi, che è fortemente auspicabile che tale legge regionale sia tramutata in legge ordinaria dello Stato, in maniera da estendere virtuosamente a tutto il territorio nazionale questa sorta di straordinario principio di responsabilità.
Toni Matarrelli Deputato SEL