“Dalle promesse alla “Cetto Laqualunque” al “partito dell’amore” di Silvio Berlusconi. Unica assente: la politica”, quella con la p maiuscola. Mesagne Progressista sottolinea le “macroscopiche contraddizioni politiche” rilevate dal discorso da Toni Matarrelli domenica in occasione della presentazione della sua candidatura a sindaco di Mesagne. E si chiede quanto sia opportuno consegnare Mesagne ad una sorta di diarchia: quella di Matarrelli e Vizzino”. Gli altri? “Solo gregari o, al massimo, comprimari”. Per Mesagne Progressista è mistero come uomini e donne di sinistra possano accettare una impostazione basata sull’io e non sul noi. Eppure basterebbe riflettere e fare un’attenta analisi di ciò che è stato e chiedersi perché c’è questa continua emorragia.
Matarrelli – dicono – aveva un solo obiettivo: togliere il sindaco Molfetta per sostituirlo. “Non si è andati per il sottile. Altro che buonismo. Badilate di fango scientificamente gettate da giullari e picchiatori del web, senza alcuna dissociazione, quindi con il tacito avallo del capo”. Aggiunge: “Solo di fronte all’indignazione della città si è dato l’ordine di “abbassare i toni” nella speranza di far dimenticare lo sfregio fatto alla stessa città”. Mesagne è l’ombelico del mondo e pur di vincere, come quattro anni fa, si è privilegiata la strada del tutti dentro, da destra a sinistra. “Matarrelli dice che ama Mesagne, che ha i contatti giusti, che è sempre disponibile ad ascoltare”. C’é poi assenza di politica. “Il politico moderno fa leva sulle caratteristiche personali per glissare i nodi politici contribuendo al diffondersi dell’antipolitica e del qualunquismo. Solo l’alta politica, quella di una rinnovata sinistra, può farci uscire dalla crisi. Non ci sono “unti dal Signore” che ci possono risolvere problemi complessi”.
Quindi l’attacco il governatore Michele Emiliano che ha fatto del trasversalismo senz’anima il proprio credo. “Un fantasma che si aggira per la Puglia. Ma questa politica ormai non è più una novità. Porta al caos, alla paralisi amministrativa e alla disaffezione dei cittadini dalla partecipazione attiva”. Ed allora, che fare? “Mettiamo al centro i problemi di Mesagne. Occorre superare l’indistinto civismo che abbiamo conosciuto negli ultimi anni e lavorare alla costruzione di una chiara alleanza politica di centrosinistra.
“Tutta un’altra storia” lo slogan che accompagnerà la campagna elettorale di Rosanna Saracino, non si basa sulla personalizzazione della politica ma di programmi, di come si immagina Mesagne tra 10/20 anni. La risposta non può essere la rete dei rapporti personali, ma progetti di idee “lunghe” per la città, di prospettiva ecc. Solo pacche sulle spalle, al massimo la soluzione del problema di pochi come se si volesse svuotare l’oceano con un cucchiaio. Un progetto collettivo, un partito, non più la forma-partito di un tempo, ma la risposta non può essere il personaggio collettore di voti. Né possono essere i Partiti come li abbiamo conosciuti negli ultimi tempi sempre più simili a “federazioni” di comitati elettorali di tanti “padroni di pacchetti di voti” che si uniscono e si dividono in ogni tornata elettorale a seconda delle convenienze personali dei vari Capi e Capetti. Una politica senza padroni, dove ritrovare il gusto di costruire progetti collettivi con il coinvolgimento di uomini liberi e non di “fedeli”.
Se si vuole ricostruire una prospettiva politica di centrosinistra con il coinvolgimento paritario di tutti i partecipanti, allora bisogna costruire “Tutta un’altra storia” con Rosanna Saracino Sindaco e Alessandro Denitto vicesindaco anche nell’interesse di chi, di sinistra, si è andato a rinchiudere in un indistinto recinto non politico che basa tutto sulle qualità del capo.
Mesagne Progressista: “Da Cetto Laqualunque al partito dell’amore”
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