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Sulla recente questione degli affidamenti diretti ad un professionista esterno, per l’incarico di “progettazione esecutiva di Eurovelo 5” e per la realizzazione del “Piano della mobilità ciclistica e di moderazione del traffico”, intervengono Antonio Calabrese e Angelo José Pacciolla, di Progettiamo Mesagne e Meetup Mesagne 5 Stella che, sostengono, “è la riconferma ancora una volta, il grado di improvvisazione e di irresponsabilità con cui la giunta Molfetta guida la nostra città”. Per i responsabili dei due movimenti politici siamo di fronte a “procedure amministrative forzate, spreco di denaro pubblico e cosa ancora più grave – da un punto di vista morale – il maldestro tentativo di rabbonire i cittadini firmatari della petizione per l’abbattimento delle barriere architettoniche introducendo, nel progetto Eurovelo, la questione Peba. Niente di più insensato – aggiungono – atteso che il Peba (Piano eliminazione barriere architettoniche) è uno strumento complesso che interessa l’intero territorio e che, per essere efficace, deve essere adottato autonomamente e prima di qualsiasi altro piano urbanistico (PUMS. PUG, Ecc.)”.
Tornando invece alla questione degli affidamenti diretti per Calabrese e Pacciolla molte cose non tornano ed evidenziano, a loro avviso, la palese incapacità di gestire la cosa pubblica da parte dell’assessorato all’urbanistica. “Del progetto “Eurovelo 5” se ne parla oramai dal novembre 2016 ed era prevedibile che, per accedere ai finanziamenti, fosse necessario predisporre sia un progetto definitivo che un piano urbanistico specifico. C’era il tempo di affidare alle professionalità interne nel Comune tali progettualità. D’altronde sono lavori che normalmente vengono svolti dagli uffici tecnici comunali. Ed invece, nonostante il restyling operato alla struttura comunale, che avrebbe dovuto garantire maggiore economicità, efficienza ed efficacia nell’azione amministrativa, si continua ad operare in affanno, facendo ricorse a “costose” procedure “last minute” che mortificano le professionalità interne, che svuotano le già asfittiche casse comunali e non ultimo derogano a principi normativi fondamenti in tema di affidamenti, come quello della rotazione previsto dall’art. 36 del nuovo codice degli appalti (ricordando che si sono affidati allo stesso committente tre lavori nell’arco di pochi mesi). Norma richiamata proprio dalle recentissime sentenze del TAR Campania, sezioni di Napoli(n. 1336/2017 dell’8 Marzo) e Salerno (n. 926/2017 del 16 Maggio) dove si ribadisce che “la rotazione è la regola e non l’eccezione per perseguire l’effettività del principio di concorrenza” e che ha come scopo principale “quello di garantire una necessaria alternanza delle imprese affidatarie per evitare che il carattere discrezionale della scelta dell’Amministrazione possa dare adito ad indebite agevolazioni”; non solo, ma lo stesso obbligo della rotazione è previsto anche dal vigente regolamento comunale in materia di affidamento dei servizi, che vieta appunto, affidamenti allo stesso professionista nell’arco dei 24 mesi. Si badi bene intercettare finanziamenti è un bene per la comunità purché tutto avvenga nella massima trasparenza e legalità, soprattutto non sprecando risorse pubbliche a danno della collettività”. E concludono: “Intercettare finanziamenti è un bene per la comunità purché tutto avvenga nella massima trasparenza e legalità, soprattutto non sprecando risorse pubbliche a danno della collettività”.
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